ARTE

mercoledì 23 novembre 2016



I lavori ultimati dell'attivita 
ART IN ENGLISH:
 I graffiti metropolitani
Dopo aver studiato in inglese K. Haring, il padre del graffitismo, i ragazzi della terza A e B si sono cimentati nella realizzazione di un disegno con lo stile dei graffiti, con ottimi risultati!
Emma B.
Antonia B.

Laura B.
Teresa D.
Ilaria T.

Giulia S.

Sofia S.

Samuel R.

Luca P.

Sveva O.
Riccardo D.

lunedì 2 maggio 2016

ITALO SVEVO

Nelle prossime lezioni di letteratura ci occuperemo di questo autore. Oltre agli appunti che prenderete in classe, procedete nel seguente modo:
1. guardate il PPT allegato e riportate nel quaderno le informazioni che riterrete utili a completamento degli appunti;
2. scaricate e stampate il PDF allegato che contiene il brano da leggere e analizzare.

https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpddTlxbnZpemtmcUk/view?usp=sharing

https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdSGRJZEtDel9WMGc/view?usp=sharing

giovedì 21 aprile 2016

Perché uno studente del 2016 dovrebbe ancora studiare il Latino?


Perché uno studente del 2016 dovrebbe ancora studiare il Latino? La risposta è che il Latino serve a tutto

         C’è poi così tanta differenza tra affrontare un Liceo con o senza il Latino (questa opzione è oggi sempre più diffusa). Gli studenti delle medie sono sempre più spaventati da questa disciplina e preferiscono evitarla, forse per la paura di fare eccessiva fatica.
Mi sembra opportuno allora chiedersi: a che serve il Latino? È proprio così opzionale il suo studio? Premetto che sono fermamente convinto che chiunque abbia affrontato seriamente lo studio del Latino non abbia dubbi sulla sua utilità. Sono altrettanto convinto che studiarlo male non serve a nulla, mentre se lo si affronta con serietà serve a tutto, perché illumina di una luce nuova ogni ambito. In un certo senso per l’uomo tutto ciò che non è amico e non è conosciuto è come se fosse nemico, non valorizzato, non utile per la vita e per la crescita. La conoscenza del Latino permette di apprezzare maggiormente molti aspetti della realtà. Ma quali? Solo lo studio e l’esperienza possono testimoniarlo a ciascuno. Anticipo, però, che bisogna avere il coraggio di far fatica, di impiegare tempo (come per la volpe del Piccolo principe), anche quando non se ne comprendono appieno le ragioni. Bisogna avere il coraggio di spendere del tempo per imparare bene la disciplina.
         Vorrei chiarire ora i motivi per cui valga davvero la pena appassionarsi del Latino. Ricordo che da sempre i suoi più agguerriti difensori hanno addotto la motivazione che lo studio di una lingua antica e morta insegna a ragionare e sviluppa la logica. Chiaro che la motivazione non regge e i ragazzi comprendono l’inadeguatezza della risposta. Perché non imparare a ragionare con altri metodi meno faticosi e più allettanti? Anche la settimana enigmistica può insegnare a ragionare, anche la Filosofia, anche una dimostrazione di matematica, anche un testo di narrativa o una poesia, un quadro, una musica. Perché dunque faticare così tanto nel 2013 ancora sul Latino?
         In primo luogo, l’esperienza mi insegna che il Latino spalanca la comprensione del presente come epoca che è figlia di un passato. La nostra tradizione occidentale ha le sue radici nella cultura greca, in quella romana e in quella cristiana. Il ragionamento, la filosofia, il gusto della bellezza, etc. sono in gran parte eredità lasciataci dai Greci, il diritto, il senso dell’unità dello Stato, etc. provengono dai Romani, l’avvenimento cristiano ha, poi, introdotto una nuova concezione della persona, della civiltà, della società, etc. Quindi, studiare la civiltà, la letteratura e la lingua latine significa conoscere le proprie radici, è un po’ come conoscere meglio un proprio genitore. Permette di cogliere ciò che accomuna l’uomo di oggi all’uomo antico e, nel contempo, introduce alla comprensione del cambiamento avvenuto nei secoli.
         In secondo luogo, la conoscenza del Latino illumina il linguaggio e le parole. La lingua e la parola raccontano la storia di una civiltà, dell’evoluzione umana, della cultura di un popolo. Vorrei qui addurre un solo esempio. Pensiamo al vocabolo «cultura». Il fascino di una parola risiede nel fatto che essa descrive una storia, racconta una parte dell’avventura umana. Il verbo latino colo, che è alla base della parola «cultura», sottolinea e descrive il passaggio dell’uomo dalla condizione nomade a quella sedentaria. Il verbo significa «coltivare», «abitare», «venerare». Un popolo che diventa sedentario ha imparato a coltivare la terra, la abita e venera le divinità del luogo. Nel termine «cultura» risiede questo radicamento nelle proprie origini e nella propria terra, senza il quale non è possibile crescere e dare frutti. Da questo radicamento scaturisce la possibilità di trarre linfa vitale, ovvero la possibilità di germogliare, di crescere nel fusto e di dare frutti buoni. Capiamo allora che la cultura non ha a che fare con la conoscenza di tante componenti della realtà, ma deriva da un passato (il terreno in cui siamo cresciuti, la tradizione) e si apre ad una domanda sul presente e sul futuro. La parola «cultura» coinvolge non solo la sfera della materialità (l’aspetto fisico, concreto, pragmatico dell’uomo), ma anche la componente religiosa, include la questione dell’uomo e del suo rapporto con il destino, ovvero le grandi domande dell’uomo. Potremmo anche affermare che il fenomeno culturale si traduce in una capacità di giudizio sul presente e sulla realtà e in un’ipotesi e in una speranza sul futuro radicata nel presente. Un’incursione nella cultura e nell’arte mondiali farebbe emergere fin da subito il loro carattere religioso e metafisico. I Latini pensavano che il termine nomen derivasse etimologicamente da omen, cioè che la parola indicasse in sé il destino dell’oggetto o della persona, le sue caratteristiche specifiche. Nomina consequentia rerum, ovvero i nome sono conseguenza della realtà delle cose.
         In terzo luogo, dai Latini, così come dai Greci, noi deriviamo la retorica, che insegna a scrivere bene, a parlare bene, a persuadere. Nelle scuole dovrebbe essere inserita questa «nuova disciplina», in realtà antichissima. «Saper parlare bene» e «saper scrivere bene» sono due competenze trasversali fondamentali, per usare il lessico frequente nelle scuole, così come il «saper ragionare» e il «saper giudicare». Dal momento che la retorica non viene insegnata come disciplina a sé stante, gli studenti dovrebbero apprenderla nelle materie di Italiano, Latino e Greco. Ma questo accade?
In quarto luogo, fatto non meno significativo, la lettura delle grandi opere della letteratura latina, di Virgilio, di Orazio, di Seneca, di Cicerone (per citare solo qualche nome illustre) permette di incontrare i «grandi del passato», di confrontarci con loro (come scrive Machiavelli nella lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513), di scoprire il loro pensiero, i loro vertici artistici, … Potrei proseguire con l’elenco delle tante finestre che questa disciplina può aprire durante le giornate, ma sarebbe sterile e riduttivo, perché ognuno di noi deve verificare personalmente quanto sto dicendo.
         Ritengo, invece, importante sottolineare che l’apprendimento di una disciplina non è strumentale all’apprendimento di una competenza che deve essere acquisita. La nostra scuola è diventata una scuola delle competenze (del saper fare) spesso svincolate dalla cultura. Le antologie, talvolta, propongono la lettura di una poesia per conseguire una competenza, per imparare un aspetto di stile, o una figura retorica o quant’altro. Questa è una operazione violenta che rischia di far disinnamorare i ragazzi alla lettura, alla poesia, alla narrativa. Quando sei innamorato di una disciplina, quando la ami, capisci che è un’operazione assurda limitarne lo studio per far conseguire agli studenti alcuni obiettivi specifici.
         Comprendi che la cosa più bella è che un’altra persona possa essere affascinato, come lo sei stato tu, da quella bellezza. È questo fascino, questa passione, questo entusiasmo per qualcosa che ci ha preceduto, che è più grande di noi, e che, in qualche modo, ci ha generato la vera scaturigine che può portare un ragazzo a studiare il Latino.




10 giugno 1940 L'Italia entra in guerra



Di seguito trovate il link al video che mostra il discorso pronunciato da Mussolini in occasione dell'entrata in guerra dell'Italia.
Riceverete in classe una scheda che riporta il testo di quel discorso rimasto tristemente famoso. Ragioneremo insieme sul contenuto ma soprattutto sul tipo di linguaggio utilizzato che rispecchia la diffusa mentalità di quell'epoca. 

https://www.youtube.com/watch?v=uiYICtn0r6k

lunedì 11 aprile 2016

Salvatore Quasimodo


In allegato trovate il PDF contenente le poesie che affronteremo in classe. Sono molto famose ma non le troverete nel nostro manuale.
Stampate il PDF o, in alternativa, trascrivete il testo nel quaderno. Ricopiate i soli versi che sono evidenziati in grigio e tralasciate le note.
https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdT2stTk53UllaQTQ/view?usp=sharing

giovedì 7 aprile 2016

VERSO LA SECONDA GUERRA MONDIALE


Un'utile mappa che riassume i fatti più importanti immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale. Chi vuole, può scaricarla o semplicemente consultarla per un rapido ripasso.

martedì 29 marzo 2016

Il libro di aprile: Dino Buzzati, La boutique del mistero


Per il mese di aprile il libro che leggeremo è una raccolta di racconti di Dino Buzzati.
Ho richiesto una copia per ciascuno di voi presso la biblioteca locale.
Tuttavia, nell'attesa di ricevere i volumi richiesti, inizieremo a leggere utilizzando la versione digitale in PDF che potete scaricare utilizzando il link sottostante.

http://paroleleggere.it/boutique.pdf

A seguire qualche informazione sull'autore.

Dino Buzzati nasce il 16 ottobre 1906 a San Pellegrino, vicino Belluno, da una famiglia dell'agiata borghesia: il padre insegna Diritto internazionale all'Università di Pavia, la madre, veneziana, è sorella dello scrittore Dino Mantovani, assai noto nell'ultimo Ottocento. La villa bellunese è il fulcro della sua infanzia e l'origine dell'universo fanta-reale dello scrittore, con la sua suggestiva biblioteca, il granaio misteriosamente abitato dallo spirito di un antico fattore.

Frequenta il liceo classico Parini di Milano e si laurea in Giurisprudenza
con una tesi su La natura giuridica del Concordato.

Compie il servizio militare come ufficiale di complemento e, nel 1928, entra, come cronista, al «Corriere della Sera», giornale che non abbandonerà fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo Bàrnabo delle montagne,racconto lungo che racchiude quelli che saranno i temi cari alla sua poetica. Due anni dopo viene dato alla stampa Il segreto del Bosco Vecchio favola vagamente allegorica che passa quasi inosservata, dato il difficile momento politico europeo. Nel 1939, il giornale lo manda in Etiopia, come inviato speciale: un anno più tardi, Buzzati pubblica quello che viene considerato il suo capolavoro narrativo: Il deserto dei Tartari. Quello stesso anno si imbarca come corrispondente di guerra.Nel 1958 vince il Premio Strega con il libro Sessanta raccontiNel 1960 pubblica Il grande ritratto, esperimento di romanzo fantascientifico, non molto riuscito dal punto di vista letterario, ma importante dal punto di vista tematico, poiché segna l'inizio dell'esplorazione di un nuovo tema: quello della femminilità, fino a quel momento avulso dalle opere dello scrittore o, quantomeno, marginale. Sembra il preludio del romanzo che Buzzati pubblicherà tre anni dopo, nel 1963: Un amore. Forse vagamente autobiografico, certamente diverso dalle altre opere, oggetto di critiche severe e da parte dei suoi detrattori e da qualche suo lettore: come Antonio Dorigo, il protagonista della vicenda, che incontra l'amore a cinquant'anni, Dino Buzzati prenderà moglie in età alquanto avanzata, a sessant'anni.A fianco dell'attività giornalistica e letteraria del grande scrittore, ebbe un certo rilievo quella pittorica: autore di bozzetti e di dipinti vari, Buzzati partecipa a numerose mostre, dichiarando di considerare la pittura non come un hobby ma come il proprio mestiere. In un discorso autoironico, pubblicato nel catalogo della galleria d'arte Cavalletto, nel 1968, afferma che «Dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa. Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie». Con Poema a fumetti vincerà il premio Paese Sera, nel 1970. Nel 1971 raccoglie in un volume alcuni suoi articoli migliori, intitolandolo Le notti difficili. Mentre già lo assedia la terribile malattia che lo porterà alla morte il 28 gennaio del 1972.


domenica 20 marzo 2016


Per la lezione di storia di lunedì 21 marzo vedremo un video che illustra le fasi della salita al potere di Hitler in Germania:

http://www.raiscuola.rai.it/lezione/hitler-e-il-nazismo/2601/default.aspx#5

Il link seguente vi collega, invece, alla lezione interattiva che spiega la mappa concettuale che riguarda non solo l'ascesa al potere del partito nazionalsocialista tedesco, ma anche l'affermazione della dittatura nazista:

https://www.youtube.com/watch?v=i7BBF2Hx0nk

martedì 15 marzo 2016

Per lezione di letteratura di martedì 22 marzo, è previsto il commento alla poesia "A mia moglie" di Umberto Saba.

Ricordo a tutti gli studenti che il commento va costruito seguendo la traccia fornita contenuta nella scheda "Analisi del testo poetico".

IL COMMENTO

a. Presentare l’autore (cenni biografici: luogo e data di nascita e di morte e alcuni aspetti soprattutto quelli relativi alla poesia trattata), il periodo storico, la corrente letteraria di appartenenza.

b. Spiegare il titolo.

c. Presentare l’argomento e il tema.

d. Fare osservazioni su linguaggio e stile (termini utilizzati...espressioni ecc.).

e. Esprimere il proprio parere motivandolo.

A questo proposito torno nuovamente ad allegare i documento di riferimento per chi avesse difficoltà a trovarlo.
Commenti costruiti diversamente da quanto indicato dovranno essere rifatti.

"A mia moglie" di Umberto Saba
https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdcHBveTlONGUzWk0/view?usp=sharing

Scheda di analisi del testo poetico
https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdRW9HeHhjbHhrcGM/view?usp=sharing


giovedì 10 marzo 2016

GITA A TRIESTE


AMAI-UMBERTO SABA


Amai

Amai trite parole che non uno 
osava. M’incantò la rima fi
ore
amore,
la più antica difficile del m
ondo .

Amai la verità che giace al f
ondo ,
quasi un sogno obliato, che il dol
ore
riscopre amica. Con paura il cu
ore
le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.


Parafrasi puntuale

Amai parole frammentate che nessuno osava dire...
mi piaceva molto la rima fiore e amore che è quella più vecchia e più difficile.
Amai la verità che era in fondo a queste parole come un sogno ormai perso, che il dolore riscopre amica.
Con paura il cuore le fa da compagno, il dolore si accosta e più non ti abbandona
amo te che mi ascolti e amo la carta vincente che uno lascia alla fine del gioco!


Amai

Amai trite parole che non uno 
osava. M’incantò la rima fi
ore
amore,
la più antica difficile del m
ondo .

Amai la verità che giace al f
ondo ,
quasi un sogno obliato, che il dol
ore
riscopre amica. Con paura il cu
ore
le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.


Analisi metrica

La poesia è composta di 3 strofe, due quartine e una distico. I versi sono tutti endecasillabi (9), tranne il terzo che è un trisillabo, così che il poeta evidenzia la parola amore, tema ricorrente nella poesia. Le rime tranne nel primo e nell'ultimo verso, sono baciate. La poesia è caratterizzata da un ritmo lento e solenne.

Schema della rima

X
A-A
B-B
A-A
C-C
y

Analisi tematica

La poesia ruota intorno ai due campi semantici “amore” e “verità”. Il componimento poetico è una sorta di “testamento spirituale”, in cui il poeta parla del suo amore per la poesia semplice. Infatti Saba viveva in un’epoca di grandi trasformazioni di tecniche riguardanti la poesia. Il poeta, al contrario dei suoi contemporanei, invece ama la poesia semplice e diretta, di più facile significato. In questa poesia si riscopre anche la rima più semplice e abusata, fiore-amore, che diventa però una rima significativa e difficile. La seconda strofa è incentrata sulla “verità” considerata da Umberto Saba l’elemento più importante che spesse volte viene però celato da un velo di finzione. Questa è difficile e dolorosa da raggiungere ma quando la si scopre difficilmente la si abbandona.
L’ultima strofa riguarda il rapporto tra il lettore e il poeta. L’autore ammira la persona che si appresta a leggere i suoi componimenti, perché quest’ultima cerca di capire i sentimenti e le emozioni che hanno spinto il poeta a scrivere quei brani. Inoltre il poeta accenna ad una “buona carta lasciata al fine del suo gioco.

Saba fin dall’inizio della sua vita poetica, esprime l’idea di una nuova poesia, lontanissima da quella delle tendenze dominanti del suo tempo: non approvava l’estetismo dannunziano, il modernismo dei futuristi ed anche i crepuscolari, a cui erroneamente talvolta viene accostato. Il suo modello di poesia era una «poesia onesta», la poesia autentica, in grado di scavare in fondo l’animo, superando le ambiguità, le doppiezze, le ipocrisie dell’apparenza per arrivare direttamente al cuore delle cose e dei sentimenti, al loro essere reale.

C’è anche un’orgogliosa affermazione di anticonformismo, per il coraggio di aver compiuto una scelta non tentata da altri e per essere riuscito originale nel suo difficile tentativo. La strofa centrale si riferisce ai contenuti essenziali della poesia, alla ricerca di una verità nascosta, che occorre scoprire al di sotto delle apparenze superficiali, con uno sforzo di sincerità e di chiarificazione che comporta spesso dolore e paura.
Il discorso riguarda il cuore ed esprime un impegno soprattutto morale, in quanto il dolore rende amica anche la verità più dura; per Saba non c’é amore senza dolore, tanto che il "doloroso amore" costituisce l’essenza della vita. Ma la vita è anche una fonte insostituibile di gioia e di consolazione, come risulta dai due versi conclusivi, che si riferiscono direttamente al lettore ("Amo te che mi ascolti"), per renderlo partecipe di un’esperienza che resta comunque preziosa.

Il poeta è ferito dalla banalità delle parole usate dai suoi colleghi poeti a quel tempo nella poesia...
Saba parlando di “trite parole”, intende quelle parole ormai logore, abusate e banali, che non venivano più utilizzate dai poeti, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e tecniche, poeti che Saba non appoggiava. Le rime facili sono proprio quelle rime banalissime, utilizzate in moltissime poesie, dal principio della tradizione letteraria ad ora, e che se si vogliono usare con un significato diverso diventano «difficili». È proprio in questi pochi versi che risiede il manifesto poetico di Saba, lui si ritiene infatti un coraggioso tra i poeti, il suo tentativo è quello di esprimere cose nuove non attraverso mezzi nuovi, ma con tecniche ormai già sentite e già conosciute.


La poesia ha anche una funzione indagatrice e quindi curativa, Saba era convinto che in quanto facenti parte di questo mondo, ogni persona od animale, aveva dentro di sé tutte le conoscenze, il problema stava solo nell’estrapolarle da quel luogo chiuso e ovattato nel quale si trovavano, e tradurle in un linguaggio comprensibile a tutti.
Per le sue idee della poesia come cura per l’anima
, Saba verrà proposto come alter ego di Freud, le funzioni che quest’ultimo infatti attribuirà qualche anno più tardi alla psicanalisi, Saba le aveva già legate alla poesia, in particolare a quella «onesta», e quindi non alla letteratura disonesta, fra cui primeggiava D’Annunzio.


Una sola annotazione per la comprensione di questa lirica, che di per sé non comporta particolari difficoltà: la "buona / carta" degli ultimi due versi indica la stessa poesia di Saba, caratterizzata da un'assoluta spontaneità ed onestà intellettuale.

LA DITTATURA FASCISTA


Per la lezione di storia procedere nel seguente modo:
- visionare il PPT allegato;
https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdQU1neTF2dlFJNHM/view?usp=sharing
-scaricare e stampare la mappa sul Totalitarismo da allegare al quaderno di storia (in alternativa riprodurla manualmente nel quaderno);
https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdZ0FmbFpkUmtIX28/view?usp=sharing
-seguire la lezione interattiva utilizzando il link:
http://repetita.treccani.it/materiali/repository/Storia/index.html?macro=PCSTO5_M4_03&ambiente=Video
Dopo aver ascoltato la lezione rispondere, nel quaderno, alle seguenti domande.
Decidete voi la lunghezza delle risposte, che dovranno essere esaurienti e circostanziate.
Domande:

1. Cos'è la propaganda? Perché è fondamentale in un regime totalitario?

2. Quali mezzi di informazione vengono controllati nello Stato fascista?

3. Perché la scuola diventa uno strumento  utile al governo? Quale obiettivo si vuole raggiungere?

4. Qual è il modello di uomo imposto durante il fascismo in Italia?

5. Qual è il modello economico proposto durante il fascismo?


mercoledì 2 marzo 2016

LA TESINA PER L'ESAME DI STATO

L'esame di terza media prevede una prova finale che consiste in un colloquio orale dove potrete decidere di iniziare esponendo un argomento a vostra scelta presentando una tesina o un percorso.

Perché preparare una tesina

La preparazione di una tesina o di un percorso vi consentirà di prepararvi bene sugli argomenti della tesina e quindi orienterà il colloquio.
Ovviamente questo vi renderà un po’ più tranquilli, considerato che al momento del colloquio finale ci saranno tutti i professori schierati davanti a voi, e parlare di argomenti ben studiati sarà un vantaggio.

Cosa è la tesina

La tesina è un elaborato che approfondisce un determinato tema nelle varie materie a partire da una mappa concettuale che elenca le materie e i relativi collegamenti tra di esse sulla base di un argomento comune.

Consigli per la preparazione della tesina

Curate l'aspetto grafico della tesina.
Va scritta al computer.
Le immagini vanno stampate e allegate al testo.
Non deve essere né troppo lunga né troppo breve. Un paio di pagine per ciascuna materia possono bastare. Inutile realizzare pagine su pagine che poi non sarete in grado né di memorizzare né di ripetere.
Il materiale che recuperate va sempre sintetizzato e rielaborato in modo personale.
Si tratta di una ricerca che svolgete consultando fonti accreditate e attendibili; partendo da queste dovrete scrivere un testo chiaro, comprensibile e corretto (attenzione quindi a punteggiatura, sintassi e ortografia).
L'impaginazione deve essere chiara e leggibile, il font di caratteri utilizzato deve consentire una facile lettura. Meglio scegliere lo stesso per tutti per dare omogeneità al lavoro. Quale? Arial 12
Anche l'estetica tipografica deve essere curata:
 titoli: distingueteli bene utilizzando un carattere maggiore e il grassetto
 immagini: verificate che la stampa delle immagini sia di buona qualità
 corsivi, grassetti, riquadri: usateli senza esagerare e solo quando servono realmente
 margini di stampa: usate un margine adeguato (né troppo grande per far sembrare più grande la ricerca, né troppo piccolo rendendo la pagina troppo densa) Margini: 2 cm su tutti i lati. Interlinea 1,5

L'esposizione della tesina all'esame

Il colloquio all'esame durerà, indicativamente, 30 minuti.
Una volta completata la tesina ci si deve allenare ripetendo ad alta voce i contenuti, cercando di costruire un discorso breve ed efficace monitorando i tempi (considerate meno di 5 minuti per materia).
Ci si deve concentrare sull'esposizione cercando di avere una esposizione fluida, senza interruzioni o esitazioni, adoperando un lessico appropriato.

A seguire potete vedere un esempio di mappa concettuale con la tematica centrale e i vari approfondimenti suddivisi per materia.

Ora veniamo a quanto dovete fare. Per prima cosa stampate la mappa concettuale vuota o riproducetela a mano su un foglio. Questo è il modello standard che utilizzerete.


Qual è la tematica che volete portare all'esame? Deve essere un'idea, un concetto ampio e generale che vi permette di creare facilmente dei collegamenti.
Inserite la vostra proposta come intervento a questo post. Ricordate che la vostra tesina acquisterà valore a partire da questa scelta iniziale. Individuate un argomento centrale che vi interessa, sul quale pensate di trovare facilmente del materiale e che credete di essere in grado di presentare in modo personale e originale. Un altro aspetto importante da considerare è che sarebbe bene che ognuno di voi portasse un argomento differente in modo da distinguervi e mantenere viva l'attenzione di chi vi ascolta, che sicuramente apprezzerà la varietà delle vostre proposte.
Anche per questo vorrei sapere prima possibile di cosa volete occuparvi così da orientare correttamente le vostre scelte.
Oltre a comunicarmi la vostra proposta, se avete dubbi, questo è il posto e il momento giusto per pormi delle domande così che possa rispondere con calma a ciascuno di voi.

domenica 28 febbraio 2016

mercoledì 24 febbraio 2016

Il giornalismo d'inchiesta



Esiste un giornalismo serio, impegnato. Quello che si propone con rigore e coraggio la ricerca della verità. È il giornalismo di denuncia, quello che non si ferma alle dichiarazioni ufficiali, ma scava in profondità alla ricerca di notizie importanti per la collettività.  dà voce a chi non ce l'ha. Denunciando le storture della politica e dell'economia perché siano corrette.
            Questo è il mestiere di chi si reca negli scenari di guerra per raccontare, documentare, riferire. O ancora di chi vuole andare a fondo nella ricerca dei responsabili dei principali mali che affliggono la società: criminalità organizzata, corruzione, traffici illeciti. Anche in quest'ultimo caso i rischi sono moltissimi e il lavoro del giornalista assomiglia molto a quello delle forze dell'ordine, rischiando forse anche di più perché si espone senza avere la protezione prevista automaticamente per chi lavora come difensore dello Stato.
            Molti giornalisti sono morti durante lo svolgimento della loro professione perché erano in luoghi ad alto rischio oppure perché avevano visto o denunciato gravi ingiustizie o si approssimavano a farlo.

            La storia di Ilaria Alpi è una di queste vite, sacrificate in nome della giustizia e della verità.

https://www.youtube.com/watch?v=B0SQsvzNAsY

Dopo aver visto il video questa è la consegna per mercoledì 2 febbraio:
realizza una breve intervista sull'argomento: "Il giornalismo e la lettura dei quotidiani in Italia".
Puoi rivolgere le tue domande a chi vuoi ma preferibilmente a qualcuno che legge i quotidiani così che possa fornirti risposte adeguate. Le domande devono essere almeno cinque, corredate della relativa risposta. Se vuoi risposte interessanti decidi bene le domande da porre e costruiscile adeguatamente (seguendo un ordine logico e andando dalle domande più generali a quelle più particolari).
Inserisci tra le domande che rivolgerai all'intervistato anche questa: "Cosa ti ricorda il nome di Ilaria Alpi?"
Scrivi una premessa all'intervista, presentando l'argomento e la persona che intervisterai. Scegli un titolo per la tua intervista e firma il tuo articolo. Le domande devono distinguersi dalle risposte e quindi le scriverai in stampato (maiuscolo). Le risposte, invece, si riconoscono perché sono 'tra virgolette'. Mi aspetto una lunghezza approssimativa di almeno 15 righe (escluso il titolo).
Se hai dubbi, scrivi per tempo un commento a questo post chiedendo delucidazioni sulla consegna ma non aspettare l'ultimo momento. Buon lavoro!

domenica 21 febbraio 2016

LA DITTATURA STALIN

Per visionare i contenuti della lezione, utilizzate i seguenti link.
Il primo vi manda alla lezione interattiva "La Russia di Stalin" che illustra i momenti salienti attraverso l'utilizzo di una mappa concettuale.Quest'ultima va allegata al quaderno di storia (potete stamparla o trascriverla). In alternativa schematizzate autonomamente i paragrafi del testo.

https://www.youtube.com/watch?v=zajnd97HP24

Il secondo vi collega a un breve video che spiega il concetto di "culto della personalità" di cui fu oggetto il dittatore.Vi raccomando di prenderne visione.

https://www.youtube.com/watch?v=HijFY8ypiW4




martedì 16 febbraio 2016

M'ILLUMINO DI MENO

Il nostro Il nostro Istituto, come il Comune e altre associazioni del territorio, ha aderito all'iniziativa proposta da Rai Radio 2 "Caterpillar” relativa al risparmio energetico per il giorno VENERDI' 19 FEBBRAIO.
In tale giornata le azioni che si intendono intraprendere sono le seguenti :
 • I corridoi di tutto l'Istituto resteranno BUI dalle 12:00. 
• Non si utilizzeranno i fotocopiatori (se non in caso di estrema necessità) per L'INTERA GIORNATA
 • Non si utilizzerà l'aula computer dalle ore 12:00.
 • Dalle ore 12:00 in poi si spegneranno le luci nelle aule 
• In classe l'incaricato del mese (il tecnico luci e audio) ricorderà di spegnere la luce prima di uscire dall'aula.
Tutte le informazioni relative alla manifestazione si trovano al seguente link:
Inoltre in classe appenderemo IL DECALOGO DI M'ILLUMINO DI MENO

1. spegnere le luci quando non servono 

2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici 

3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l'aria 

4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l'acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola 

5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre 

6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria 

7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne 

8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni

9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni 

10. utilizzare l'automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.

mercoledì 10 febbraio 2016

mercoledì 3 febbraio 2016

L'articolo di giornale

Come scrivere un articolo?
Intanto si parte dalla notizia, che di solito arriva in forma molto sintetica dalle Agenzie di Stampa. Le agenzie di stampa, infatti, hanno il compito di raccogliere le informazioni e le foto che provengono dalle fonti che sono le più svariate (questura, tribunale, forze dell'ordine, ospedale, consolato, ufficio governativo, corrispondenti da tutto il mondo...) e di inviarle a tutte le redazioni di tutti i giornali. La principale Agenzia di Stampa in Italia è l’ANSA “Agenzia nazionale stampa associata” cui segue la ReutersItalia.
La notizia arriva, quindi, molto ridotta, e contiene le informazioni principali (chi, cosa, dove, quando, perché). Per indicare la notizia che arriva in questo modo si parla di "lancio d'Agenzia". Sta quindi al giornalista, al quale viene dato l'incarico di scrivere "il pezzo" (ovvero un articolo di una  certa lunghezza), documentarsi il più accuratamente possibile su quanto è accaduto.
    
Naturalmente abbiamo anche notizie che il giornalista recupera dalle proprie fonti o che gli arrivano direttamente mentre svolge il proprio lavoro sul campo. In ogni caso, una volta trovata la notizia e ottenuta l'autorizzazione dalla redazione a scrivere su di essa, il cronista è tenuto a informarsi in modo dettagliato, incrociando più fonti (la regola delle tre fonti coincidenti) e riportando in modo veritiero e completo quanto riesce a ricostruire.

Per mercoledì 17 febbraio dovrete scrivere un articolo completo. Il lancio di agenzia (in questo caso, però, la notizia è inventata) è il seguente: "Nuova legge di riforma per la scuola: l'anno scolastico durerà fino a luglio, pertanto le vacanze estive degli studenti saranno ridotte al solo mese di agosto".
Scrivete un articolo comprensivo del titolo (occhiello, titolo e sommario); scegliete il lead che preferite (fatto, definizione, descrizione o domanda) e raggiungete una lunghezza di almeno 20 righe complessive (5 circa di lead e 15 circa per il resto dell'articolo).

Inoltre: per scrivere l'articolo dovrete documentarvi. 
Caricate a questo proposito tutto il materiale che vi pare utile nel blog perché possa essere condiviso dai compagni.

A questo proposito potrebbe essere utile cercare informazioni di questo tipo:

Chi è l'attuale ministro dell'Istruzione che ha emanato la legge di riforma?
Quanto durava l'anno scolastico prima della riforma? (cercate il numero complessivo attuale calcolato in giorni anziché in mesi)
Quanto dura l'anno scolastico negli altri Stati europei?
La durata dell'anno scolastico si riflette sulla qualità dell'insegnamento?
Esistono statistiche o dati a riguardo? 
Qual è il livello di preparazione degli studenti italiani? In quali materie sono meno ferrati?
Dove l'anno dura di più, gli studenti sono più preparati?
E dove dura meno sono più impreparati?
Chi è a favore della riforma e chi è contro?
Esistono pareri autorevoli che possono essere citati?
Una lunga interruzione serve a far riposare e recuperare le forze o piuttosto a disperdere le conoscenze acquisite? 
Basta allungare l'anno scolastico per migliorare il livello di preparazione degli studenti?
Quali potrebbero essere le alternative?

Tutte le informazioni che ritenete possano essere utili sull'argomento vanno caricate come commento a questo post.

Attenzione a scrivere l'articolo in modo oggettivo, ovvero riportate i fatti e tralasciate le vostre opinioni e i punti di vista personali. Non è corretto influenzare il lettore che deve farsi, dell'argomento trattato, un'idea personale. Altro, infatti, sono gli articoli di commento nei quali il giornalista è autorizzato a dare un'opinione precisa su un accadimento.

In allegato un articolo che vi fornisce qualche utile dato sull'argomento:

https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdNXhNX2c5eWhSVk0/view?usp=sharing





domenica 31 gennaio 2016

Lezione di storia: la rivoluzione russa


Durante la lezione verrà proiettata questa mappa concettuale. Serve da riepilogo ai principali concetti. Decidete se scaricarla o semplicemente visionarla. La lezione interattiva che ne dà spiegazione si trova al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=fVGIEAEM-vs

Chi non riesce a collegarsi utilizzando il link sopra indicato, può cercare su un qualsiasi motore di ricerca "rivoluzione russa scuola interattiva". Tra i risultati troverà la lezione di storia, caricata in versione video su You Tube.

Visionate anche il video che si trova al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=oXGsPY-bpB0

A seguire la mappa in versione pdf
https://drive.google.com/file/d/0BynV1P6_jzpdRmNyenBYQ2YzTWM/view?usp=sharing