Per il mese di aprile il libro che leggeremo è una raccolta di racconti di Dino Buzzati.
Ho richiesto una copia per ciascuno di voi presso la biblioteca locale.
Tuttavia, nell'attesa di ricevere i volumi richiesti, inizieremo a leggere utilizzando la versione digitale in PDF che potete scaricare utilizzando il link sottostante.
http://paroleleggere.it/boutique.pdf
A seguire qualche informazione sull'autore.
Dino Buzzati nasce il 16 ottobre
1906 a San Pellegrino, vicino Belluno, da una famiglia dell'agiata borghesia:
il padre insegna Diritto internazionale all'Università di Pavia, la madre,
veneziana, è sorella dello scrittore Dino Mantovani, assai noto nell'ultimo
Ottocento. La villa bellunese è il fulcro della sua infanzia e l'origine
dell'universo fanta-reale dello scrittore, con la sua suggestiva biblioteca, il
granaio misteriosamente abitato dallo spirito di un antico fattore.
Frequenta il liceo classico Parini di Milano e si laurea in Giurisprudenza
con una tesi su La natura giuridica del Concordato.
Compie il servizio militare come ufficiale di complemento e, nel 1928,
entra, come cronista, al «Corriere della Sera», giornale che non abbandonerà
fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo Bàrnabo
delle montagne,racconto lungo che racchiude quelli che saranno i temi cari
alla sua poetica. Due anni dopo viene dato alla stampa Il segreto del
Bosco Vecchio favola vagamente allegorica che passa quasi inosservata,
dato il difficile momento politico europeo. Nel 1939, il giornale lo manda in
Etiopia, come inviato speciale: un anno più tardi, Buzzati pubblica quello che
viene considerato il suo capolavoro narrativo: Il deserto dei Tartari. Quello
stesso anno si imbarca come corrispondente di guerra.Nel 1958 vince il Premio Strega con il libro Sessanta racconti. Nel 1960 pubblica Il grande ritratto, esperimento di romanzo fantascientifico, non molto riuscito dal punto di vista letterario, ma importante dal punto di vista tematico, poiché segna l'inizio dell'esplorazione di un nuovo tema: quello della femminilità, fino a quel momento avulso dalle opere dello scrittore o, quantomeno, marginale. Sembra il preludio del romanzo che Buzzati pubblicherà tre anni dopo, nel 1963: Un amore. Forse vagamente autobiografico, certamente diverso dalle altre opere, oggetto di critiche severe e da parte dei suoi detrattori e da qualche suo lettore: come Antonio Dorigo, il protagonista della vicenda, che incontra l'amore a cinquant'anni, Dino Buzzati prenderà moglie in età alquanto avanzata, a sessant'anni.A fianco dell'attività giornalistica e letteraria del grande scrittore,
ebbe un certo rilievo quella pittorica: autore di bozzetti e di dipinti vari,
Buzzati partecipa a numerose mostre, dichiarando di considerare la pittura non
come un hobby ma come il proprio mestiere. In un discorso
autoironico, pubblicato nel catalogo della galleria d'arte Cavalletto, nel
1968, afferma che «Dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa.
Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare
delle storie». Con Poema a fumetti vincerà il premio Paese
Sera, nel 1970. Nel 1971 raccoglie in un volume alcuni suoi articoli migliori,
intitolandolo Le notti difficili. Mentre già lo assedia la
terribile malattia che lo porterà alla morte il 28 gennaio del 1972.
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