ARTE

venerdì 11 settembre 2015

Harper Lee, Il buio oltre la siepe

Titolo: Il buio oltre la siepe 
Autore: Harper Lee
Editore: Feltrinelli (Milano 2013)
Temi: il pregiudizio, la discriminazione razziale, la giustizia, la dignità dell’uomo, il coraggio
Destinazione: Scuola secondaria di primo grado, secondo e terzo anno

In una cittadina dell’Alabama l’onesto avvocato Atticus Finch è difensore d’ufficio di un giovane di colore ingiustamente accusato di violenza carnale; riesce a dimostrarne l’innocenza in tribunale, ma non a proteggerlo dalla condanna inappellabile del pregiudizio e dell’odio razziale. La storia è ambientata negli anni trenta del Novecento. L’autrice l’aveva intitolata To Kill a Mockingbird, “uccidere un usignolo”. Un usignolo è innocuo, non si ciba di granaglie, ma di larve e insetti, non disturba i contadini. Il suo, però, è un canto diverso da quello degli altri uccelli, così insinuante e dolce da suonare inquietante: la diversità di cui si parla nel romanzo non è soltanto quella stigmatizzata nella vicenda principale, ma è ogni voce che si alzi fuori dal coro. A cominciare da quella di Scout, il narratore della vicenda. Scout è la figlia minore di Finch e ha nove anni: insieme al fratello Jem e all’amico Dill, è testimone di fatti violenti e li restituisce al lettore con l’ingenua ironia di un linguaggio schietto e lieve, che scandalizza le signore di Mycomb e tutti i benpensanti del paese. Oltre la siepe che protegge il conformismo dei cittadini perbene, infatti, c’è il buio di tutto ciò che si conosce poco, nonostante la contiguità materiale: il misterioso vicino dei Finch, per esempio, Boo Radley, l’uomo che vive nascosto da quindici anni, per gli stessi giovani protagonisti è oggetto di attrazione e di spavento. 
Il romanzo di Harper Lee (pubblicato nel 1960) non è soltanto una storia sul e contro il razzismo, anche se il recente invito alla lettura da parte del presidente Barack Obama l’ha riproposta in tal senso. «Quasi tutti sono simpatici, Scout, quando finalmente si riesce a capirli», dice all’ultima pagina l’avvocato Finch, alla sua bambina. L’autrice, amica di Truman Capote e da lui incoraggiata a trasformare in racconto i suoi ricordi d’infanzia, ci parla dunque di dignità umana, di quello che ci rende tutti ugualmente meritevoli di compassione. 
Il buio oltre la siepe può essere il classico da cui partire per incontrare altri bambini e ragazzi coraggiosi come Scout e Jem: protagonisti di storie che suggeriscono la riflessione su tutto ciò che è umano, sul valore e il rispetto dell’altro, sulla ricchezza che il dialogo tra culture diverse offre alla nostra identità.