ARTE

giovedì 10 marzo 2016

GITA A TRIESTE


40 commenti:

  1. LA CUCINA TRIESTINA (curiosità e folclore)
    La cucina triestina rispecchia la realtà umana e storica di Trieste, città che ha accolto per secoli nel suo seno le genti e le tradizioni culinarie più diverse. Da tale diversità è nata una cucina particolarmente variata e sapida che ha saputo coniugare mirabilmente la gastronomia mediterranea con quella mitteleuropea (e cioè dell’Europa centrale ed orientale ex-asburgica).

    La cucina tradizionale triestina ha la peculiarità di essere ricca non solo di ricette e piatti di mare ma anche di carne, dati i tradizionali legami della città con l’entroterra carsico e con il bacino danubiano.

    Se infatti la cucina marinara di Trieste è di ispirazione prevalentemente veneto-istriana e dalmata, quella legata alle carni si riallaccia alle tradizioni culinarie centroeuropee.

    Nelle tavole triestine non possono mancare i vini  prodotti nell’altipiano carsico in provincia di Trieste (e nelle zone adiacenti appartenenti alla Slovenia), né quelli del Collio goriziano, la cui zona di produzione si estende in gran parte della vicina provincia di Gorizia.

    Particolarmente diffusi e apprezzati in città sono anche i celebri vini friulani sia bianchi che rossi (Colli orientali del Friuli, Friuli-Annia, Friuli-Aquileia, Friuli-Grave ecc.).

    In città ci sono innumerevoli ristoranti e trattorie dove poter assapore i piatti tipici triestini.

    Per gli amanti della cucina sicuramente non è da mancare una visita enogastronomica in una tipica osmiza del Carso Triestino o in un agriturismodel Carso.

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  2. PRIMI PIATTI:
    Jota: crauti, salsiccia, pancetta, costine di maiale, fagioli e patate.
    Minestra de'Bobici: fagioli, mais e prosciutto affumicato.
    Minestra d'Orzo e Fagioli
    Brodeto: brodo con piccoli pesci, molluschi e crostacei.
    Gnocchi Giganti: fatti con pane raffermo e prosciutto.
    Gnocchi di Fegato
    Gnocchi de'Susini: fatti con prugne, patate, cannella e zucchero.
    Riso alla Greca: con peperoni e cipolle.
    Riso e Fagioli

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    1. SECONDI PIATTI
      Baccalà di pomodoro: con acciughe e prezzemolo
      Branzino guarnito: al forno con frullato di gamberi cozze vongole e cappe
      Canocie in busara: cannocchie con pan grattato e pomodori
      Sardoni in savór: in Veneto sardine in saór
      Cevapcici: salsicce molto speziate cotte alla griglia
      Goulash: spezzatino con patate
      Porzina con capuzzi: coppa di maiale con crauti e senape
      Agnello al kren: agnello al rafano

      DOLCI
      Coch: budino
      Coguluf: panettone conico
      Fave di trieste: dolce con mandorle uova e maraschino
      Pinza: dolce di pasta lievitata
      Presnitz: pasta sfoglia con mandorle pinoli e noci
      Putizza: pasta lievitata ripiena con ruhm cannella chiodi di garofano e noce moscata
      Strucolo: strudel

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  3. Tiberio Mitri nasce a Trieste il 12 luglio del 1926. Il suo esordio come atleta nel mondo del pugilato avviene nel 1946, quando combatte e sconfigge per KO l'avversario Lorenzo Pamio. Due anni dopo, all'età di 22 anni, vince il titolo italiano dei pesi medi e nel 1949 conquista quello europeo, battendo il belga Cyriel Delannoit. Nel giorno del suo ventiquattresimo compleanno, il 12 luglio 1950, affronta a New York l'amico Jake LaMotta, l'italo-americano detto "il Toro del Bronx", per aggiudicarsi il titolo mondiale. Dopo un durissimo incontro lungo quindici riprese, tuttavia Tiberio Mitri perde. Nel 1951 gli nasce il figlio Alessandro Mitri. Torna in Italia e prosegue la carriera agonistica di pugile; nel frattempo, parallelamente, Tiberio Mitri debutta nel mondo del cinema: il primo film in cui recita si intitola "I tre corsari", pellicola del 1952. Il 2 maggio 1954 il pugile triestino conquista nuovamente il titolo europeo dei pesi medi battendo l'inglese ex campione del mondo Randy Turpin, in un incontro clamoroso, durato solo pochi secondi: Mitri sconfigge infatti il britannico alla prima ripresa per KO tecnico. Solo cinque mesi dopo deve cedere il titolo al francese Charles Humez. Sempre nel 1954 si separa dalla moglie Fulvia Franco. Abbandona la boxe nel 1957: al suo attivo Mitri ha 101 match, di cui 88 vittorie, 7 spareggi e 6 sconfitte. Dieci anni dopo, ricordando la sua carriera di pugile, scrive un libro: "La botta in testa". Nel 1959 il suo nome è nel cast del film di Mario Monicelli "La grande guerra", al fianco di grandi attori quali Vittorio Gassman e Alberto Sordi. Nello stesso periodo appare spesso anche in televisione, ospite di varie trasmissioni. La carriera cinematografica termina nel 1975: seguiranno solo due apparizioni nei panni di se stesso, nei film "La signora della notte" del 1985 e "Pugili" del 1995. Gli ultimi anni di vita di Mitri sono segnati da gravi problemi famigliari - muoiono i due figli Alessandro e Tiberia - e da un progressivo deterioramento delle proprie facoltà mentali, un problema clinicamente riconducibile ai traumi subiti negli incontri, ma anche alla dipendenza da cocaina e alcol. Sul finire degli anni Ottanta torna a recitare nella serie tv "Classe di ferro" di Bruno Corbucci.Tiberio Mitri muore a Roma tragicamente il 12 febbraio 2001, all'età di 74 anni, travolto da un treno locale: l'ex pugile stava camminando, presumibilmente in stato confusionale, lungo i binari nei pressi della Stazione Termini.

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  4. (Territorio)
    Per la sua posizione geografica Trieste gode di un clima mediterraneo temperato, con una temperatura media annua di 14°; gli inverni sono miti (4°,5 in gennaio); calde le estati (24°,2 in luglio). Le precipitazioni sono abbondanti, pari a 1099 mm. annui, distribuiti in ogni mese dell'anno, ma con prevalenza del periodo autunnale, mentre la maggiore siccità si riscontra durante l'inverno. Scarsa è la neve, con una frequenza media annua di 6,4 giornate. Venti prevalenti sono lo scirocco, vento caldo e umido, causa di violente mareggiate, e la famosa bora, freddo e secco, che proviene dall'interno, con velocità straordinarie, raggiungendo persino i 150-160 km orari.

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  6. Susanna Tamaro nasce in una famiglia della buona borghesia triestina; ha un fratello più grande, Stefano, e uno più piccolo, Lorenzo. È inoltre lontana parente dello scrittore Italo Svevo
    Negli anni ottanta collabora saltuariamente con la RAI. Non riesce ad entrare come regista nella neonata Rai 3 perché il suo diploma del Centro Sperimentale non è riconosciuto come laurea.
    Tamaro riesce ad esordire nel mondo della letteratura con il suo primo romanzo, La testa fra le nuvole. In questo periodo si ammala di bronchite asmatica, aggravata dallo smog e dall'inquinamento di Roma. Si trasferisce perciò in Umbria, nei dintorni di Orvieto, ospite di un'amica. In seguito acquisterà un casale a Porano, a pochi chilometri di distanza. Nel 1990 esce sempre per Marsilio Per voce sola; il libro passa completamente inosservato, ma riceve gli elogi pubblici di Federico Fellini e di Alberto Moravia. Nel 1991 si dedica al romanzo per l'infanzia con Cuore di ciccia, pubblicato dalla Mondadori.
    Nel 1994, dopo tre anni di silenzio, pubblica il suo più grande successo, il romanzo epistolare Va' dove ti porta il cuore, edito da Baldini Castoldi Dalai Editore. Accolto con freddezza da una parte della critica letteraria, vende oltre 15 milioni di copie in tutto il mondo
    Nel 1996 inizia a tenere una rubrica sul settimanale Famiglia Cristiana nel quale affronta realtà solitamente ignorate dai grandi media. Lascia la rubrica nel1998, raccogliendone però i numeri più salienti nel libro Cara Matildha - Non vedo l'ora che l'uomo cammini edito dalle Edizioni Paoline
    Nel 2000 firma un contratto con la Rizzoli, alla quale cede in parte i diritti di tutte le sue opere precedenti, tra cui quelli miliardari di Va' dove ti porta il cuore. Il 16 ottobre dà vita alla Fondazione Tamaro, che cura diverse iniziative e progetti di solidarietà e volontariato. Nel 2001 pubblica la raccolta Rispondimi, costituita da tre racconti, nel 2002 Più fuoco, più vento, nel 2003 Fuori, un'altra raccolta, stavolta di storie di immigrati tenuti ai margini della società.
    Nel 2005 produce e realizza il suo primo film Nel mio amore, tratto dal suo racconto L'inferno non esiste presente in Rispondimi. Il film esce in DVD. Nel2006 ha scritto uno spettacolo teatrale insieme con la cantautrice Grazia Di Michele e la scrittrice Sandra Cisnereos. Il 27 settembre del 2006 viene pubblicato Ascolta la mia voce, seguito di Va' dove ti porta il cuore. Il libro è di nuovo un successo internazionale, i suoi diritti sono venduti in più di dodici Paesi. Nel libro sono contenute dure prese di posizione contro l'eutanasia, l'aborto e l'ingegneria genetica sugli embrioni, la netta condanna del Sessantottoe delle ideologie che ha portato con sé. Nel 2008 esce il romanzo Luisito. Una storia d'amore.

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  7. Il castello di Miramare è affacciato sul golfo di Trieste, è situato a pochi chilometri a nord del capoluogo (circa 6 km dalla Stazione Centrale). Miramare è la forma italianizzata dell'originale Miramar, derivante dallo spagnolo "mirar el mar", in quanto Massimiliano d'Asburgo nel visitare il promontorio che lo ospita, fu ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sulle coste dell'oceano Atlantico. Il castello è circondato da un grande parco di circa 22 ettari caratterizzato da una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo, che compì come ammiraglio della marina militare austriaca. Nel parco si trova anche il castelletto, un edificio di dimensioni minori che funse da residenza per i due sposi durante la costruzione del castello stesso. Il Castello di Miramare "presenta ancora gli arredi originali d'epoca, testimonianza della storia dei nobili proprietari, l'arciduca e la moglie Carlotta di Sassonia, figlia del re del Belgio. All'interno, il castello è suddiviso in numerose stanze. Il piano terra era destinato a residenza dell'Imperatore Massimiliano I e della consorte Carlotta, mentre quello superiore venne in periodo successivo adibito a residenza del Duca Amedeo d'Aosta, che vi abitò per circa sette anni e modificò alcune stanze secondo lo stile dell'epoca.

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  8. La Cattedrale di San Giusto è l'edificio cattolico più importante della città di Trieste e sorge sulla sommità del colle di San Giusto. Si crede che la cattedrale sia il risultato dell'unificazione di due chiese, quella di Santa Maria e quella dedicata al martire di San Giusto. La prima notizia riguardante la cattedrale risale all'anno 1337, quando il campanile dell'ex chiesa di Santa Maria venne rivestito con uno spesso muro per poter sostenere il nuovo edificio. I lavori al campanile si conclusero dopo sei anni, nel 1343, ma quelli alla chiesa si prolungarono praticamente fino alla fine del secolo. Il campanile in origine era più elevato, ma nel 1422 venne colpito da un fulmine e venne ridotto all'altezza attuale. La facciata principale ha un rosone in pietra di origine carsica creato da esperti ingaggiati a Soncino, ricordati oggi in una via cittadina, ovvero via dei Soncini. Il campanile e la facciata sono coperti da resti romani. Il campanile ospita un complesso di cinque campane. Alla più grossa di queste è dedicato " La campana di San Giusto", brano musicale patriottico scritto da Giovanni Drovetti. Nel 1423 l'abside fu affrescata da Domenico Lu Domine e Antonio Baietto, noti artisti, e tale rimase fino al 1843 quando fu ampliata. Rimane ben poco degli affreschi originali che decoravano la cattedrale, il più prezioso dei quali è esposto nella cappella e raffigura il Ciclo di San Giusto.
    Sull'ampia cantoria a ridosso della parete di controfacciata, si trova l'organo a canne Mascioni opus 345, costruito nel 1922 al posto di uno strumento precedente costruito da Giovanni Tonoli nel 1860 e saccheggiato di tutte le sue canne durante la prima guerra mondiale. La costruzione di un nuovo organo avvenne dal dicembre del 1921 fino al novembre dell'anno successivo, quando l'opera venne inaugurata con una serie di concerti tenuti da Marco Enrico Bossi.
    Celeste.

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  9. Elisa Toffoli, conosciuta semplicemente come Elisa (Trieste, 19 dicembre 1977), è una cantautrice, compositrice e musicista italiana. Nel corso della sua carriera ha avviato inoltre progetti in qualità di produttrice discografica, regista di video ecc.
    Il successo in ambito discografico arrivò a 19 anni con l'album d'esordio Pipes & Flowers, ma la notorietà al grande pubblico giunse a 23 anni grazie alla vittoriosa partecipazione al Festival di Sanremo 2001 con la canzone Luce.
    All'età di undici anni scrive i suoi primi testi e compone melodie. A tredici anni, alternando il lavoro di sciampista nel negozio di parrucchiera della madre, comincia ad esibirsi come corista, cantante e musicista in vari gruppi locali, sperimentando diversi generi musicali.
    Nel 1992 a quindici anni, appare in una puntata della trasmissione televisiva Karaoke condotta da Fiorello, che in quei giorni faceva tappa a Gorizia.
    In seguito collabora come corista alla realizzazione dell'album reggae War Mongers dei Positive Men.
    Il 13 novembre 2009 viene pubblicato Heart, sesto album di inediti di Elisa, anticipato dal singolo Ti vorrei sollevare cantato con Giuliano Sangiorgi, in radio dal 16 ottobre. L'album contiene quattordici tracce e unisce canzoni rock .
    ll 30 novembre 2010 è stato pubblicato un nuovo progetto di Elisa, Ivy. Come Lotus, il disco si compone di diverse rivisitazioni di lavori precedenti della cantautrice, cover e brani inediti arrangiati in chiave acustica. Ivy comprende anche un film-documentario girato in Trentino in cui Elisa illustra il senso del disco ripercorrendo la sua carriera e il lavoro compiuto per la realizzazione del progetto.
    Il 15 gennaio 2016 viene pubblicato il singolo No Hero, che anticipa il nono album in studio di Elisa in uscita a marzo.
    Il 12 febbraio, superospite della quarta serata del Festival di Sanremo, conferma che il suo nuovo album si intitolerà On e uscirà il 25 marzo 2016.
    Sara

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  11. Piazza Unità d’Italia è la più grande di Trieste. Copre un’area di 12.280 metri quadrati. La sua prima denominazione era piazza San Pietro, dal nome di una chiesa lì presente. Successivamente fu chiamata piazza Grande. Il nome attuale le venne dato nel 1918, quando la città fu annessa al Regno d’Italia. Sono molti gli edifici che si affacciano su di essa, tra cui la Prefettura, un tempo palazzo della luogotenenza austriaca e il municipio. Qui è presente la fontana dei Quattro Continenti, che venne costruita tra il 1751 e il 1754 per celebrare Trieste come città favorita dalla fortuna, in seguito alla costruzione del porto cittadino da parte di Carlo VI. Nel periodo 2001-2005 tutte le strutture furono restaurate, con la sostituzione della pavimentazione in asfalto con dei più tradizionali blocchi di arenaria. Oggi la piazza è definita "salotto di Trieste" perché è il luogo a cui i cittadini si sentono più legati e dove si svolgono eventi e manifestazioni.
    Davide Righetto

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    1. Inoltre presenta una pianta rettangolare. I suoi caratteri architettonici sono tipici dell'Austria asburgica ma, ironicamente, qui si radunarono migliaia di persone per assistere all'attracco del cacciatorpediniere Audace,la prima nave ad attraccare al molo della città dopo che quest'ultima era entrata a far parte dello Stato italiano.

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  12. La storia di Trieste ha inizio con il formarsi di un centro abitato di modeste dimensioni in epoca preromana, che acquisì connotazioni propriamente urbane solo dopo la conquista (II secolo a.C.) e colonizzazione da parte di Roma. Dopo i fasti imperiali la città decadde a seguito delle invasioni barbariche, ricoprendo un'importanza marginale nel millennio successivo. Subì varie dominazioni per poi divenire un libero comune che si associò alla casa d'Asburgo (1382). Fra il Settecento e l'Ottocento Trieste conobbe una nuova prosperità grazie al porto franco e allo sviluppo di un fiorente commercio che fece di essa una delle più importanti metropoli dell'Impero austriaco (dal 1867 Impero austro-ungarico). Città cosmopolita, rimasta in età asburgica di lingua italiana[1], importante polo di cultura italiana ed europea, fu incorporata al Regno d'Italia nel 1918 a seguito della prima guerra mondiale. Dopo il secondo conflitto mondiale fu capitale del Territorio libero di Trieste, restando per nove anni sotto amministrazione militare alleata. In seguito al Memorandum di Londra (1954) si riunì nuovamente all'Italia, anche se, inizialmente, con lo status di città amministrata in forma fiduciaria. Dal 1963 è capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.
    -Mattia Buoso (paragrafo "storia di Trieste)

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  13. Villa Engelmann si trova in Friuli Venezia Giulia, a Trieste. Fu edificata nell'Ottocento sul volere di Francesco Ponti. Nel 1888 Frida Engelmann acquistò la Villa che successivamente, nel 1938, andò al figlio Guglielmo, il quale alla morte, la passò a Werner che la donò a Trieste.
    Oggi sono visibili solamente alcune parti della Villa che è stata abbattuta durante la seconda guerra mondiale.
    Questa Villa presenta grandi giardini, infatti ha ben 14 ettari di terreno, ricchi di alberi che fioriscono in ogni periodo dell'anno.
    Questa Villa si trova in piazza dell'ospitale e l'ingresso è gratuito.
    Maria.

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  14. Il faro della Vittoria si trova a Trieste ed è stato costruito tra il 15 gennaio 1923 ed il 24 maggio 1927 ad opera dell'architetto italiano Arduino Berlam.
    Oltre che ad assolvere le funzioni di faro per la navigazione, illuminando il golfo di Trieste, svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la prima guerra mondiale, così come testimoniato dalla iscrizione posta alla sua base:
    « SPLENDI E RICORDA I CADVTI SVL MARE (MCMXV - MCMXVIII) »
    Il monumento è stato costruito sul Poggio di Gretta a 60 metri sul livello del mare sulle antiche strutture del forte austriaco Kressich del 1854. Il progetto originario del Berlam venne modificato, dopo un acceso dibattito, dall'architetto Guido Cirilli, che ne dirigeva i lavori. Il basamento della struttura è costituito da pietre provenienti dall'Istria e dal Carso (rispettivamente pietra di Orsera e pietra di Gabrie). Quindi alta e maestosa si erge una colonna che conserva alla sua sommità la gabbia in bronzo e cristallo che custodisce la lanterna-faro. La forma finale è volutamente quella di un fascio littorio sottosopra. Sono opera dello scultore Giovanni Mayer (Trieste, 1863-1943) la statua bronzea della Vittoria alata che corona l'apice della lampada e la statua del marinaio che orna la parte frontale del faro. Le due statue sono alte rispettivamente 7,2 e 8,6 metri. Alla base della costruzione si trova un'ancora che, popolarmente, viene ritenuta quella della torpediniera Audace (che è stata la prima nave della Regia Marina Italiana ad essere entrata nel porto di Trieste nel 1918), mentre in realtà si tratta dell'ancora della R.N. Berenice. All'ingresso del faro si trovano due proiettili della corazzata austriaca Viribus Unitis. Il monumento è aperto alle visite dal 1986 e la visita è consentita solo fino alla prima terrazza della struttura che riguarda la parte monumentale. La parte sovrastante che riguarda le strutture di ausilio alla navigazione è invece interdetta al pubblico.
    OGGI
    Il faro è completamente controllato e gestito dal Comando di Zona Fari della Marina Militare con sede a Venezia (che tra l'altro si occupa di tutti i fari dell'Adriatico).
    Dal 1986 al 2012 era visitabile quotidianamente dal 1º aprile al 30 settembre e la domenica il resto dell'anno. In seguito alla scadenza della convenzione con la provincia di Trieste rimase chiuso fino al 26 aprile 2014, data della riapertura a seguito di un nuovo accordo con la Marina Militare. Per quanto riguarda l'aspetto turistico, il faro viene gestito dalla Provincia di Trieste, che con proprio personale garantisce l'accesso al pubblico. Dal 2014 è aperto gratuitamente alle visite il sabato e la domenica tra l'ultima settimana di aprile alla seconda domenica di ottobre, con orario 15 - 19. In occasione della Barcolana viene aperto eccezionalmente anche di mattina .Per motivi di sicurezza non possono entrare nel faro più di dieci persone per volta, sempre sotto la supervisione di un addetto. I gruppi fino a quaranta persone devono concordare anticipatamente le visite.
    Emma.

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  15. Svevo, Italo. - Pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz nasce a Trieste nel 1861 e muore Motta di Livenza nel 1928. È ritenuto uno dei principali esponenti della cultura mitteleuropea. Nei suoi tre romanzi Una vita (1892, ma con data 1893), Senilità (1898), e La coscienza di Zeno (1923), sono espressi i tratti salienti della sua opera, derivati in modo stringente dalle esperienze personali. Figlio di un commerciante ebreo d'origine tedesca sposato a un'italiana, seguì studi commerciali a Segnitz am Mein (Baviera) e poi a Trieste. Subì, fin da giovane, il fascino della letteratura, con la quale intrattenne sempre, tuttavia, un rapporto conflittuale, considerando tale sua inclinazione come una sorta di malattia, a cui non ci si poteva più dividere ( lui stesso subì il fascino dello scrivere).Morì in seguito a un incidente automobilistico.
    Rusta Jurgen

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  16. Flora urbana (territorio).
    La città di Trieste è una delle meglio note d'Italia dal punto di vista botanico. La flora urbana, oggetto di studio a partire dalla seconda metà del XIX secolo, è stato oggetto di un censimento approfondito da parte di F.Martini, che ha mappato la distribuzione di ben 1024 specie e sottospecie. La grande ricchezza floristica è dovuta a diversi fattori: la penetrazione nel tessuto urbano,le caratteristiche dal punto di vista climatico, presenza di importanti aree commerciali, ecc.
    Fatto da Francesca

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  17. Buongiorno. Io ho scritto due tra le curiosità triestine che mi sono piaciute di più. Si tratta della gru ad acqua e della galleria misteriosa, un fatto riguardante la 2a guerra mondiale.


    La gru ad acqua Attorno agli anni '30 Vennero potenziate tutte le strutture portuali della città in questione. Oltre alla costruzione di nuovi silos ed ai restauri dei moli, vennero installate delle nuove gru. Così nel 1933, sommando quelle preesistenti, se ne contavano 83 da 1,5 tonnellate, 22 da 3 tonnellate, 20 elettriche da 1,50 tonnellate, 14 dei 5 tonnellate, 1 metalliforme da 120 tonnellate, una galleggiante elettrica e la famosissima "Ursus" da 150 tonnellate. Le gru più vecchie erano state brevettate da un meccanico viennese dell' '800, e sfruttavano un particolarissimo martinetto d'acqua.



    La galleria misteriosa Si chiama esattamente la galleria del Torrente Corgnoleto.
    Questo corso d'acqua nasce alle pendici di Montebello e scorre per un tratto in superficie per poi venire inghiottito da una galleria che si apre sotto via Costalunga presso il n. 101. La galleria si estende per una lunghezza di 700 metri sotto il cimitero di Sant 'Anna, alla fine della quale il Torrente Corgnoleto riceve l'apporto di altri due corsi d'acqua ipogei che formano a loro volta il torrente sotterraneo Srane. La galleria "misteriosa", alla fine della seconda guerra mondiale, nei primi giorni di maggio del 1945, fu trovata ricolma di cadaveri di soldati tedeschi, forse uccisi in combattimento.

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  18. il commento della gru e della galleria l'ho scritto io =)

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  19. La provincia di Trieste si estende lungo una piccola striscia di terra nell’estremità sud-orientale del Friuli Venezia Giulia, tra il Mare Adriatico e il confine con la Slovenia.
    Sul tratto costiero si apre l’ampio golfo che accoglie la città di Trieste con il suo porto e un’alternanza di baie, porticcioli e scogliere mozzafiato con castelli a picco sul mare, tra cui lo spettacolare castello di Miramare.
    In prossimità della costa il territorio si presenta sabbioso e pietroso dove imperversano raffiche della bora e punteggiata di vegetazione mediterranea, mentre verso l’interno prevale un alternarsi di alture con avvallamenti e boscaglia.
    Aree protette di particolare valore sono la Riserva Naturale della Val Rosandra dove crescono piante rare e particolari, la Riserva Naturale Marina di Miramare che si estende in un ambiente marino-costiero con una grande varietà di flora e fauna sottomarina e la Riserva Naturale delle Falesie di Duino, una fascia di bianche falesie che scendono a strapiombo nel mare.
    Nel Carso triestino si possono ammirare grandiosi spettacoli naturali come la famosa Grotta Gigante, le bocche del Timavo con verdi e fiorenti rive, la caratteristica Dolina di Percedol, una valle caratteristica ricca di rigogliosa vegetazione. Innumerevoli sono anche le grotte e le caverne di interesse speleologico, molte ancora inesplorate.
    Falesie:costa rocciosa


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  20. LE USANZE TIPICHE(curiosità e folclore)
    La regione è stata da sempre un punto d'incontro e d'incrocio di differenti etnie e culture. E' perciò ricca di varietà linguistiche e di tradizioni. Per quanto riguarda le lingue, si incontrano quelle di ceppo neolatino (romanze) e quelle di appartenenza slava e germanica. Il friulano è la lingua neolatina originaria delle provincie di Udine, Pordenone e Gorizia che, nel corso di complesse vicende storiche, ha assunto una sua individualità particolare che ne ribadisce l'autonomia dal veneto, dalle parlate dell'area dolomitica e dall'italiano.


    Hanno la tradizione dove è protagonista il fuoco si pratica nel periodo della Quaresima a Pordenone. Durante una manifestazione, il cui carattere è profano, viene celebrato il "Processo e rogo della Vecia" che termina con un falò sul quale è bruciato un fantoccio in abiti femminili che rappresenta tutti i mali dell'anno trascorso.

    In occasione dell'Ascensione, a Zuglio, in Carnia, si celebra la processione del Bacio delle Croci. Qui giungono tutte le croci appartenenti alle chiese "figlie" della chiesa madre di Zuglio.
    Altrettanto suggestive sono le processioni nella laguna di Marano per la celebrazione dei santi e a Grado per il perdon di Barbana.
    Le tradizioni popolari comprendono anche le lavorazioni artigianali (ricamo, legno, ceramica, ecc.) della Carnia e della Valcellina che traggono le loro radici dalla vita comune di un tempo.

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  21. La storia di Trieste ha inizio con il formarsi di un piccolo centro abitato,formatosi prima dell'arrivo dei romani.Dopo le meraviglie imperiali la città cadde in mano ai barbari.Trieste subì varie dominazioni per poi divenire un comune totalmente libero che si associò alla casa di Asburgo (1382). Fra il settecento e l'Ottocento Trieste ebbe una nuova prosperità grazia al porto franco e allo sviluppo nel campo commerciale che fece del piccolo comune una delle più importanti metropoli dell'impero austriaco.Trieste fu incorporata al Regno d'Italia nel 1918 finita la prima guerra mondiale.Conclusasi pure la seconda guerra mondiale divenne capitale del Territorio libero di Trieste, dopo il Memorandum di Londra(1954)si riunì ancora una volta all' Italia e dal 1963 è capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.Parlando del fascismo a Trieste fu molto rapido e precoce,nel maggio 1920 si costituirono in città le prime Squadre volontarie di difesa cittadina con al comando l'ufficiale Ettore Benvenuti.Giovanni Benini.

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  22. I cingoli del carro armato

    Nei primissimi giorni di maggio del 1945 a Trieste si combatteva ancora .
    In più parti della città i componenti del Comitato di Liberazione Nazionale ed elementi del IX Corpus combattevano contro le ultime resistenze dei soldati del III Reich e la guarnigione tedesca, chiusa in assedio nel castello di San Giusto, voleva arrendersi agli inglesi che intanto stavano confluendo in tutta fretta in città dalla vicina Monfalcone. Arrivò così sul colle di San Giusto un distaccamento di carri armati inglesi al comando del maggiore neozelandese Gross.
    Il primo carro, nel risalire via Capitolina, all'altezza della scala che porta alla chiesa dei frati di Mont uzza, ebbe uno sbandamento ed i cingoli ferrati ruppero la cordonata del marciapiede antistante il numero 23 appoggiandosi un attimo sulla casa, ebbe un sussulto, per qualche secondo i cingoli girarono a vuoto e nel sparare un colpo lasciarono la loro impronta nel muretto della casa.

    Nicholas Fioraso

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  23. Trieste, affacciata sull'omonimo golfo nella parte più settentrionale dell'Alto Adriatico, si colloca fra la penisola italiana e la penisola istriana, distante qualche chilometro dal confine con la Slovenia. Il territorio cittadino è occupato prevalentemente da un pendio collinare che diventa montagna anche nelle zone limitrofe all'abitato; si trova ai piedi di un'imponente scarpata che dall'altopiano del Carso a 459 metri sul livello del mare, digrada bruscamente verso il mare. Il comune di Trieste è diviso in varie zone climatiche a seconda della distanza dal mare o dell'altitudine. Al di sotto delle arterie stradali cittadine scorrono corsi d'acqua che provengono dall'altopiano

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  24. Massimo Blonda che dal 1998 ricopre ruoli di primo ballerino al Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, facendosi apprezzare in coreografie di Amedeo Amodio Coccodrilli in abito da sera.Nel 1991 al Teatro Nuovo di Torino accanto a Luciana Savignano e Marco Pierin danza Butterfly in seguito Carmen, Coppelia, La Fillì mal Gardù, La Vedova Allegra, Musica sull'Acqua, La Morte e la Fanciulla. Nel 1995 è partner di Margherita Parrilla, etoile dell'Opera di Roma in Lancillotto e Ginevra di Capitani, sempre a Roma balla Coppelia, Il Lago dei Cigni, La Giara e Schiaccianoci.Nel 2003 al Teatro Giuseppe Verdi di Trieste interpreta il ruolo di Paride nel balletto Cassandra di Luciana Cannito.Invece Silvia Ciccone inizia gli studi di danza classica all’età di 6 anni, presso la scuola di danza classica “Città di Trieste”, sotto la direzione della professoressa Maria Panzini.Nel 1986 ha sostenuto l’audizione al teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, sotto la direzione di Amedeo Amodio. Lo stesso anno ha sostenuto l’audizione al teatro Verdi di Trieste sotto la direzione di Tuccio Rigano.

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  25. mi dispiace prof se lo ho svolto in ritardo ma non ero a casa e non avevo internet quindi lo ho svolto ora

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  26. Il clima della cittàdi Trieste rientra nel tipo Mediterraneo.Grazie ad una latitudine intermedia,e alla posizione costiera, Trieste gode di un clima piuttosto mite d'inverno, e caldo,ma non torrido d'estate.Raramente le temperature nei mesi invernali scendono sotto lo zero(almeno sulla costa);viceversa,nelle frazioni carsiche, spesso si registrano temperature sotto zero nelle ore notturne.Queste città sviluppatesi sul retrostante altopiano ad un'altezza tra i 200 e i 500 metri, hanno un clima decisamente più continentale, in media annua le temperature si aggirano attorno agli 11 gradi,con una media del mese più freddo (gennaio)di 1,5 gradi e di quello più caldo(luglio) di 20,6 gradi.

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  27. Andrea, il clima era già stato inserito da Marina che se ne era occupata prima di te. Sarebbe bene controllare i post dei compagni per evitare di ripetere i medesimi contenuti tanto più che fate parte del medesimo gruppo.

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  28. Andrea Sivini
    Andra Sivini è nato a Triesteil 18 Novembre 1958, città dove risiede tuttora nonostante i numerosi impegni professionali. Artista nell’ immagine, è operatore video, regista, tecnico di montaggio, fotografo e direttore della fotografia. Molteplici le collaborazioni, la maggior parte delle quali con le maggiori emittenti televisive e con alcuni tra i più noti teatri italiani. Tra le produzioni cinematografiche ricordo “Senza confini”, “Luci oltre il confine”, “La forza del passato”. Recentemente ha diretto la registrazione e la produzione del nuovo lavoro di Claudio Baglioni, le cui riprese video sono state in parte effettuate negli spazi del porto vecchio della città di Trieste.
    Simone Berto
    Salve a tutti come vedete ho postato per Berto che non ne ha la possibilità purtroppo però lui mi aveva già consegnato la chiavetta con dentro le informazioni già prima che lo informassi dei gruppi quindi ha eseguito una ricerca diversa dall’argomento prestabilito.

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    1. Va bene così, l'importante è che anche lui abbia dato il suo contributo e vedo con piacere che avete tutti collaborato per riuscire a rispettare gli impegni presi

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  29. Marcello Dudovich (personaggi famosi)
    Marcello nacque a Trieste nel 1878 da famiglia dalmata. Il padre Antonio lavorò come impiegato delle Assicurazioni Generali e indossò la camicia rossa garibaldina. La madre Triestina, Elisabetta, fu una pianista. Frequenta le scuole "reali" della sua città, istituto d'arte professionale, ragazzo molto indisciplinato ma con molta curiosità e portato per il disegno.
    Da Trieste si trasferisce a Milano nel 1897. Grazie all'amicizia del padre con Leopoldo Metlicovitz, pittore già molto noto, Marcello viene assunto come litografo alle officine Grafiche Ricordi. In questo ambiente l'artista ha modo di lavorare con persone molto famose; il suo ruolo era quello di realizzare bozzetti per le pubblicità. Dopo diversi anni di carriera sia a Milano che a Bologna il pittore viene chiamato a Monaco di Baviera dalla casa editrice "ALBERT LANGEN", dove gli viene offerto lavoro come inviato speciale di satira politica e sociale. Durante gli anni della 1° guerra mondiale nel 1915 Marcello rientra in Italia. A differenza di molti suoi colleghi non viene mandato a combattere al fronte nelle trincee perché era stata presa una decisione dalle autorità italiane viene accusato di essere germanofilo sulla base della sua carriera a Monaco. Smette definitivamente la sua carriera dopo la 2° guerra mondiale e la morte della moglie Elisa Bucchi che rappresenta il taglio netto con la sua carriera cartellonistica commerciale, ormai divenuta designers. Marcello muore a causa di una emorragia celebrale il 31 marzo del 1962 a Milano.
    Scritto da Giacomo Tormene ........fonte : wikipedia

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  30. Io per Trieste ho cercato le feste tradizionali e ho trovato il "Carneval de Mujia", è uno dei carnevali più antichi d'Italia, già nel quindicesimo secolo per le vie del paese si svolgevano sfilate di maschere.
    Il "Carneval di Mujia" (Carnevale di Muggia) è ogni anno sempre più bello e più attrezzato.

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  31. Io per Trieste ho cercato le feste tradizionali e ho trovato il "Carneval de Mujia", è uno dei carnevali più antichi d'Italia, già nel quindicesimo secolo per le vie del paese si svolgevano sfilate di maschere.
    Il "Carneval di Mujia" (Carnevale di Muggia) è ogni anno sempre più bello e più attrezzato.

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  32. L’ occupazione tedesca
    Poco dopo l'armistizio di Cassibile (1943) Trieste fu data in possesso ai tedeschi, anche se pur non essendo annessa al Terzo Reich, entrò a far parte della d’ azione del litorale adriatico, che comprendeva le province di Trieste, Gorizia, Pola, Fiume, Udine e Lubiana con a capo il gauleiter austriaco Friedrich Rainer. C’erano però costanti attriti e tensioni con i fasci della provincia. Per non creare una spaccatura con le autorità italiane, i tedeschi autorizzarono la costruzione di proprie formazioni paramilitari e una propria polizia segreta da impiegare nella lotta anti-partigiana. Durante l'occupazione tedesca di Trieste la Risiera di San Sabba venne usata dai tedeschi come campo di sterminio per gli ebrei da deportare in Germania e Polonia e come campo di detenzione di partigiani e politici. San Sabba fu l'unico campo di sterminio in Italia con forno crematorio, messo in funzione il 4 aprile 1944. Nell'aprile del 1944 a Trieste, a seguito di un attentato che aveva provocato la morte di 7 militari tedeschi in un locale, furono fucilati 72 cittadini di etnia sia italiana che slava; pochi giorni più tardi, ne vennero impiccati altri cinquantadue nella mensa del Palazzo Rittmayer. A questa incertezza e repressione si aggiunsero i bombardamenti statunitensi e britannici che ripetutamente, fra il 1944 e il 1945, presero di mira Trieste. Ingenti danni vennero afflitti non solo nelle strutture portuali, nella raffineria di petrolio e nei cantieri navali ma anche in città. Numerosi edifici furono rasi al suolo e molti altri riportarono danni di diversi tipi. Pesante il numero delle vittime su cui si possono fare solo delle stime approssimative (circa un migliaio per l'intero comune). Terrificante fu l'incursione aerea del 10 giugno
    1944 che da sola provocò quasi quattrocento morti.
    Leonardo

    Buona serata.

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