Le
virgolette possono essere basse «» (all’italiana), alte “ ” (all’inglese), oppure singole ‘ ’ (apici). Il primo tipo prendono la
denominazione “all’italiana” perché sono i più utilizzati nella nostra lingua,
mentre nei testi in inglese è meglio utilizzare il secondo tipo. In Germania le
virgolette sono come le nostre, ma al contrario: »puntano« la
parola.
In generale possiamo
dire che le virgolette possono avere la funzione di:
- aprire un discorso diretto (Maria
disse: «Mi passi lo zucchero?»);
- riportare una citazione letterale (Coelho
ha affermato: «A questo mondo nulla accade per caso»);
- delimitare
un termine inteso in senso ironico o distaccato o
una traduzione di un termine già in lingua originale (Maria
mi ha detto che siete “fidanzati” - Il verbo essere in inglese si traduce
“to be”);
- racchiudere il nome di riviste,
quotidiani o il nome proprio di mezzi di trasporto,
titoli di libri o programmi (Ho acquistato “la Repubblica” -
Il “Titanic” è partito nel 1912);
- mettere
in rilievo voci dialettali o neologismi, termini
gergali o stranieri non di uso quotidiano, anche se spesso è
possibile utilizzare il corsivo (Queste verdure si chiamano ‘friarielli’).
La
punteggiatura va sempre all’esterno delle virgolette a meno che non si tratti
di un periodo concluso (vedi il caso del punto di domanda).
Carlo mi
chiese: «Sei sicuro?»
Nel caso
di inclusioni di virgolette all’interno di altri virgolettati la
gerarchia vuole che i caporali siano seguiti dalle virgolette alte e
successivamente dagli apici.
Carlo scrisse: «Maria
guardò l’uscio, poi urlò: “Aiuto! Gli ‘amici’ voglion farmi del male”».
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